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Latina Città del Novecento

Latina è un comune italiano di 127 564 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia nel Lazio. È la seconda città laziale per numero di abitanti, preceduta soltanto da Roma.

Data di Pubblicazione

30 giugno 2025

Tipologia

News

Descrizione estesa

È una delle più giovani città d'Italia, essendo una città di fondazione nata col nome di Littoria durante il ventennio fascista, a seguito della bonifica integrale dell'Agro Pontino, e inaugurata il 18 dicembre 1932. Il territorio comunale apparteneva precedentemente ai comuni di Cisterna, Sermoneta, Sezze e Nettuno e comprendeva zone paludose e macchia, piccoli nuclei abitati preesistenti e zone abitate solo stagionalmente a causa del territorio poco ospitale e della malaria.

La città assunse nel 1944 la denominazione di Latinia e, successivamente, quella attuale di Latina il 7 giugno 1945 a seguito della pubblicazione del decreto luogotenenziale del 9 aprile 1945, n. 270[. In questo modo il toponimo fascista veniva sostituito da un nuovo nome pertinente alla localizzazione geografica (nel Lazio) e storica (popoli e città latine) e aveva il vantaggio di consentire il mantenimento della sigla già esistente ed utilizzata della provincia.

Il nome di Littoria, che fu dato alla città nel 1932, trae origine dal fascio littorio (il fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio intorno ad una scure), ovvero l’emblema del regime fascista, già simbolo di potere nell’antica Roma.

Nel 1944, quando le autorità del comune decisero di cambiare nome alla città per distaccarsi dal fascismo, il nuovo toponimo fu deciso assumendo quello antico del territorio che la circonda, ossia il Latium adiectum: fu così che Littoria divenne Latinia. Poi, considerando che i toponimi fascisti delle città che erano state istituite terminavano quasi tutti in "-inia", si decise di ribattezzare la città, invece di Latinia, Latina. Per la scelta del nuovo nome si considerò anche che la sigla automobilistica della provincia (LT) rimanesse inalterata.

Prima della bonifica dell'Agro Pontino, il territorio era caratterizzato da estese zone umide di cui sono conservate le ultime vestigia all'interno del Parco Nazionale del Circeo e del Giardino di Ninfa. Nonostante fossero un'area ad elevata biodiversità e di particolare importanza per la migrazione dell'avifauna, queste zone erano luogo di riproduzione della zanzara anofele, famigerato vettore della malaria che, assieme alle abbondanti acque stagnanti, hanno reso difficile la colonizzazione e lo sfruttamento agricolo della pianura pontina fin dall'antichità. Le prime popolazioni che vi abitarono furono i Latini (popolo che dà il nome al Lazio, Latium, e alla stessa lingua dei romani), da cui deriva l'attuale nome della città, che vi fondarono Satricum, ai confini con l'attuale comune di Nettuno, e altre città della Lega Latina i cui resti oggi si trovano nella parte nord della provincia.

In seguito i Romani costruirono la Via Appia (oggi Patrimonio dell'umanità) dove si trovava Tres Tabernae (odierna Cisterna di Latina) e successivamente sorsero diversi centri tra cui Tripontium (odierna Tor Tre Ponti) e Forum Appii (odierna Borgo Faiti), citato negli Atti degli Apostoli.

Successivamente, con le invasioni barbariche e gli attacchi dei Saraceni, le opere di bonifica attuate dai Romani furono distrutte, e la palude tornò a invadere anche quei territori che si era riusciti a strappare all'acqua.

Nei secoli successivi, da parte di diversi Papi, si segnaleranno tentativi di bonifica, quasi tutti destinati al fallimento. In quegli anni, Latina era un immenso latifondo della famiglia Caetani e tale resterà fino agli anni 1930.

Negli iniziali progetti di bonifica il fascismo aveva previsto per l'Agro Pontino uno sviluppo esclusivamente rurale, senza la nascita di nuovi centri urbani di notevoli dimensioni. Presto però il commissario governativo per la bonifica, Valentino Orsolini Cencelli, si rese conto che i preesistenti comuni di Cisterna e Terracina erano insufficienti a coprire le esigenze dei pionieri. Il progetto di un nuovo centro amministrativo puntò quindi sulla località del "Cancello del Quadrato", dove sorgevano già piccoli insediamenti. La prima pietra della nuova città, il cui progetto era curato secondo i canoni dell'architettura razionalista da Oriolo Frezzotti, venne posta il 30 giugno del 1932.

Cisterna, coloni in arrivo dal nord Italia nel 1934. Inaugurazione della città, 1932.

Il 18 dicembre dello stesso anno, dopo neanche sei mesi dall'inizio dei lavori, Mussolini partecipò alla solenne cerimonia d'inaugurazione. La stampa, anche estera, esaltò la costruzione di Littoria dedicando ad essa ampi articoli; la nascita della nuova città fece il giro del mondo.

Il territorio comunale fu creato ricavandolo in larga parte da quello dell'attuale Cisterna di Latina (all'epoca "Cisterna di Roma" e dal 1935 "Cisterna di Littoria"), ma anche dai comuni di Nettuno e Sezze. Littoria fu eretta a capoluogo della neonata provincia nel 1934.

La propaganda fascista sfruttò l'opera della bonifica e la inserì all'interno della "battaglia del grano" per combattere la crisi economica successiva all'autarchia. Mussolini si recava spesso nelle ex paludi e sono note le immagini propagandistiche di Mussolini che si mostra intento a lavorare il grano a torso nudo, insieme ai coloni. Con la battaglia del grano si iniziava l’attuazione di un vasto piano di bonifica integrale. Questa azione del governo veniva sul piano culturale sostenuta ed incoraggiata in modo particolare dagli scrittori di “strapaese” raccolti attorno alla rivista di Nino Maccari “Il Selvaggio” (Malaparte, Longanesi, Soffici, Berto Ricci, Ottone Rosai e altri).

Alla città massificata e consumistica in cui l'uomo si isola dalla natura abbrutendosi e che negli anni trenta trova le manifestazioni più aberranti in certe città americane ove gangsterismo e alcolismo sono le espressioni più tipiche, si contrapponeva il comune rurale. Non solo in Italia ma anche all’estero si ipotizzavano nuovi tipi di agglomerati urbani. Wright, ad esempio, ipotizzava cittadine di modesta entità demografica con case a dimensioni autenticamente umane circondate almeno da un acro di terreno. Spengler affermava "che le antichissime radici dell'essere si disseccano tra le masse di pietra delle città". La "Cosmopoli" disgrega la società e l'urbanesimo ne è la manifestazione più evidente con tutte le implicazioni e complicazioni. Civiltà rurali quindi da contrapporre alla cosmopoli. Da questo contesto, dicevamo, scaturisce il mito di Littoria, simbolo della civiltà rurale.

Il comunedi Littoria fu popolato con l'immigrazione massiccia di coloni soprattutto veneti, friulani, emiliani e romagnoli, oggi denominati nell'insieme comunità venetopontine, ai quali furono consegnati i poderi creati dall'Opera Nazionale Combattenti (ONC), similmente a quanto operato nei limitrofi comuni della pianura.

 

Monumenti e luoghi d'interesse

1 - PALAZZO COMUNALE

L'edificio, realizzato dall'Opera Nazionale combattenti, è a due piani con piano rialzato a portico, rivestito in travertino e cortina, con copertura a tetto.

La Torre civica con orologio, alta 32 metri, rivestita completamente da travertino che ne esalta la verticalità, è tutt'uno con l'arcone d'ingresso al Municipio e per questo sembra autonoma rispetto al porticato dell'intero edificio, di cui è invece parte integrante.

La sua forma vuole richiamare il ricco e vario repertorio di torri medievali italiane, decorate dai simboli civici, che anche qui si affiancano all'arco, all'orologio, alle sculture, alla campana (eseguita su disegno dell'Arch. Frezzotti stesso) contenuta nella cella campanaria, culminata in fine da un'asta portabandiera.

Il grande arco quadro che costituisce l'ingresso al complesso comunale è sormontato da una loggia con lapide commemorativa.

Dall'atrio, è visibile l'ampio giardino, ornato da una statua bronzea raffigurante Dafne (1923) dell'artista Elisabetta Mayo, donata nel 1933 dalle Confederazioni Fasciste dei Datori di Lavoro e dei Lavoratori. Il piano terra ha ospitato la Galleria d'Arte Moderna di Littoria (istituita nel giugno del 1936), mentre al piano superiore si trovavano gli uffici comunali, la sede del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista), e le organizzazioni sindacali e corporative.

2 - PALAZZO DELLE POSTE

Il palazzo delle Poste e Telegrafi con sede della Direzione Provinciale è situato in una piazza con aiuole sul lato posteriore, a sud della Piazza del Comune e nelle vicinanze della chiesa.

L’ufficio postale, in origine semplice, consisteva in un unico volume a due piani con un tetto di tegole leggermente inclinato. Il motivo dominante della facciata consisteva in delle grate metalliche semicircolari che fungevano da zanzariere, anteposte alle finestre.

Prima ancora che Littoria diventasse capoluogo di provincia (10 dicembre 1934), Mazzoni fu incaricato di un progetto di ampliamento. La sua prima proposta – un volume autonomo collegato con il primo attraverso un ponte -fu respinta dal ministro Puppini. Il secondo Progetto -realizzato – del quale Mazzoni mai si ritenne convinto, è caratterizzato da un volume aggiunto, ortogonale al prospetto principale, che non solo alterò le proporzioni dell’edificio ma anche il rapporto con il contesto urbano.

La città di Littoria ed il nuovo edificio postale furono inaugurati il 18 dicembre dello stesso anno. Durante i lavori di ampliamento furono rimosse anche le grate antizanzare. Senza quegli elementi semicilindrici molto espressivi, che in qualche modo conferivano un carattere unitario alla costruzione, l’edificio ha assunto un aspetto spoglio e impoverito.

Quando durante i lavori del 1969, fu rimossa anche la scalinata esterna, dell’edificio originario rimase solo il lato stretto a nord.

3 - EX ALBERGO ITALIA

L’ex Albergo Littorio (poi Albergo Italia), venne realizzato nel 1932 a chiudere Piazza del Littorio frontalmente al Municipio, uniformandosi allo stile architettonico degli altri edifici della Piazza, previsti dal P.R.G. del 1932, sia per il porticato al piano rialzato che per i materiali (rivestimento in travertino ed intonaco). Sviluppato su due piani fuori terra e di un corpo centrale più elevato di un piano, disponeva di 6 suite, di 50 camere da letto, un salone da pranzo, una sala per biliardi, due sale da gioco e un bar. L’edificio si distingue per le sue caratteristiche architettoniche tipiche delle Città di Fondazione, ispirate al razionalismo italiano che proponeva i principi di simmetria, monumentalità e semplicità geometrica. La simmetria, elemento distintivo nell'architettura fascista, veniva utilizzata per esprimere ordine e potere. Gli edifici monumentali, progettati con proporzioni equilibrate, dovevano evocare una sensazione di grandezza e stabilità, riflettendo l'estetica del regime. Costruito con una struttura portante in muratura e solai in cemento armato, l’Ex Albergo Italia presenta una configurazione architettonica semplice ma solida, in linea con i principi funzionali dell’epoca. La facciata dell’edificio è caratterizzata da un disegno austero e geometrico, con aperture regolari, gli elementi decorativi sono essenziali, rispettando i dettami razionalisti che prediligevano la funzionalità rispetto all’ornamentazione.

4 – EX INTENDENZA DI FINANZA

Localizzato su Piazza del Popolo (già Piazza de Littorio), prospetticamente sulla destra del Palazzo Comunale, riprende lo stile architettonico degli altri edifici della Piazza, che così come l'ex albergo Italia ed il Palazzo comunale, sono previsti nel P.R.G. del 1932, con il porticato a piano terra. Composto da due edifici simmetrici, uniti da un porticato a tutta altezza, è l'emblema delle caratterisitiche architettoniche del Razionalismo italiano e delle città di fondazione.

5 – MUSEO CAMBELLOTTI

Localizzato su Piazza San Marco (già Piazza Savoia), prospetticamente frontale alla "Casa del Combattente", è un edificio articolato su due registri, di forma cilindrica, simmetrico rispetto all'asse maggiore, con due piani sul fronte e tutta altezza sul retro, dove ospitava un'ampia palestra.

L'interno è caratterizzato da ambienti disposti con impianto anulare, affacciati allo spazio interno ad intera altezza attraverso un ballatoio, concepito per poter assistere alle manifestazioni che si svolgevano nella palestra.

L'edificio si caratterizza per il sapiente gioco di volumi prismatici e cilindrici, per le ampie vetrate e per l'alto portale in tufo che architrava sia l'ingresso, rialzato da alcuni gradini in travertino, che la vetrata superiore. Il volume è ritmato da sottili semicolonne dai deboli rilievi incisi a tutta altezza, che esemplificano il fascio littorio. Due statue marmoree di atleti (successivamente disperse) poste su due basamenti, fiancheggiavano l'ingresso e ornavano il prospetto principale, scandito ai lati dai due ordini di finestre rettangolari.

Un ampio giardino sul retro permetteva di praticare attività all'aperto e ne permette l'accesso secondario. Al progetto di Oriolo Frezzotti, collaborò fattivamente il Direttore dell'ONB Renato Ricc, un ex ardito della grande guerra.

6 – CHIESA DI SAN MARCO

La chiesa di San Marco è il principale luogo di culto di Latina, dedicata a Marco l'evangelista in quanto gran parte dei coloni dell'Agro Pontino erano di origine veneta, Regione di cui il Santo è il patrono ed è situata nell'omonima piazza, nel centro della città, non distante da piazza del Popolo e dal Municipio. Su di essa insiste l'omonima parrocchia, affidata ai sacerdoti della Società salesiana di San Giovanni Bosco.

Il 30 giugno 1932 venne posta la prima pietra della città di Littoria, in seguito ridenominata Latina, ideata come ulteriore comune affiancato a quelli preesistenti di Cisterna e Terracina. Il progetto del nuovo centro abitato venne affidato all'architetto Oriolo Frezzotti[5], che progettò, fra gli altri edifici, anche una chiesa da collocarsi nel cuore dell'abitato, affinché insieme all'antistante piazza, intitolata originariamente ai Savoia, costituisse il polo religioso ed educativo della città (in quanto su di essa prospettava anche la sede dell'Opera nazionale Balilla).

La costruzione del luogo di culto iniziò nel 1932 e terminò l'anno successivo; il 18 dicembre 1933 la chiesa venne inaugurata e consacrata. La parrocchia venne istituita il 23 novembre 1933 dal cardinale Enrico Gasparri, vescovo di Velletri; la Società salesiana di San Giovanni Bosco fu invitata da Pio XI a prendere la responsabilità di San Marco dopo le insistenze della popolazione locale e di Benito Mussolini.

Nel campanile della cattedrale è custodita una copia in marmo della Madonnina del Duomo di Milano – dono dell’Automobile Club di Milano – posta ad un’altezza di 37 metri

7 – PALAZZO DEL GOVERNO

I Palazzo del Governo, sede della Prefettura e degli uffici amministrativi della nuova Provincia di Littoria, viene progettato dall'architetto Oriolo Frezzotti nel 1933, contestualmente alla elaborazione di un piano di ampliamento urbanistico commissionatogli a modifica del precedente piano regolatore, di orientamento più agricolo e rurale, dopo la decisione delle autorità di farne un capoluogo. L'edificio, è strategicamente inserito in Piazza XXIII Marzo (oggi Piazza della Libertà) assieme ad altri edifici amministrativi ed istituzionali, quali la sede locale della Banca d'Italia e la caserma dei Reali Carabinieri. E' la piazza che in maniera più significativa rappresenta per la sua monumentalità le nuove ambizioni del capoluogo. Sulla piazza rettangolare il palazzo si affaccia austero, articolato su tre registri, con un ordine gigante di archi sul portale d'ingresso rivestito in travertino, avanzato sulla Piazza rispetto al resto del volume e ritmicamente scandito da lesene in laterizio. Vengono impiegati i materiali ricorrenti nelle altre architetture della 'città nuova', travertino, laterizio, ma anche alcuni inserti di bardiglio grigio, il porfido, il marmo verde delle Alpi e la pietra lavica. Sulla facciata, due iscrizioni: "Siccentur pomptinae paludes tantumque agri suburbani reddantur ltaliae" (Plinio il vecchio) "Duello fu che invano tentato per 20 secoli stiamo traducendo in realtà vivente. Abbiamo conquistato una nuova provincia." (Mussolini)

8 – PALAZZO M

Nel progetto originario l’edificio sarebbe stato parte di un più vasto complesso, denominato “Foro Littorio” che avrebbe dovuto connetterlo alla caserma della G.I.L. attraverso una piazza porticata con torre centrale, mai realizzata, che avrebbe conferito a tutta l’area una funzione prevalentemente militare. L’edificio che si eleva su quattro livelli rispetto al piano stradale, ha caratteristiche marcatamente celebrative e monumentali con finiture a intonaco in facciata posteriore e in mattoni da cortina sulle facciate esterne, mentre le pareti prospicienti la corte interna sono interamente rivestite in travertino con paraste di ordine gigante che riquadrano ritmicamente le bucature, la superiore a doppia altezza. Un ballatoio, raggiungibile dalla doppia scala centrale cinge l’intero perimetro delle facciate. Una torre pure in travertino posta al centro della doppia scala fu abbattuta durante i danneggiamenti della guerra; il progetto ne prevedeva il rivestimento con marmi nei tre colori nazionali. L’ accesso al cortile è sorvegliato dalle statue “La madre rurale” e “La madre” qui poste successivamente all’ abbattimento della “Casa del Contadino”.

9 – SCUOLA PIAZZA DANTE

Da Piazza della Libertà, prima di spostarsi a piazza San Marco si fa una piccola deviazione per raggiungere piazza Dante dove sorte quello che fu il primo edificio scolastico della città.

Vale la pena fare questa piccola deviazione anche solo per ammirarlo dall’esterno, perché è rimasto identico dai tempi della sua costruzione.

10 – TRIBUNALE

Situato in Piazza Bruno Buozzi, il Palazzo di Giustizia è stato inaugurato nel 1936, 4 anni dopo l'inaugurazione della città, che nel frattempo era cresciuta e l’idea di un centro rurale si era allontanata.

Questo edificio segna l’inizio di un asse longitudinale che attraversa la città, passando da piazza del Quadrato, piazzale dei Bonificatori (posta) e piazza del Popolo.

Davanti Palazzo di Giustizia c’è la Statua del Seminatore, che insieme alle due statue posizionate davanti al Palazzo M (che rappresentano le “Madri rurali”, dello scultore romano Ulderico Conti, ovvero “La portatrice di pane” e “La madre prolifica”), e quella denominata “Il rurale al lavoro”, (che andò distrutta durante la guerra) provenivano “Casa del Contadino”, distrutto nel 1963 per far posto al grattacielo di Latina.

11 – MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Ubicato con il fronte principale su Corso della Repubblica e da prospetti laterali su via Andrea Costa e via Eugenio di Savoia. La struttura edilizia realizzata con pilastri e muratura portante, si presenta articolata in altezza; il fronte principale al piano terra è attraversata da un portico con pilastri rivestiti in travertino che si interrompe sulle vie laterali. Portico che in origine permetteva al centro l’ingresso agli uffici della banca e a due vani di collegamento ai corpi scala per i piani superiori. Al piano primo il corpo di fabbrica arretra per definire una balconata continua su tutto il fronte che in prossimità degli angoli danno origine a due logge coperte. Il piano secondo offre una struttura compatta rifinita sempre in mattoni di cotto. Al terzo livello una sequenza continua di ampie aperture alleggerisce la superficie muraria, che termina con aggetto del cornicione, mentre l’ultimo piano si arretra dal fronte e ridimensiona il perimetro dell’edificato. Differenti tessiture in mattoni di cortina valorizzano alcune partiture murarie, eleganti finiture con varie disposizioni dei mattoni nobilitano le bucature finestrate.

L’intero isolato di mq 2664,40 è stato acquistato dal Monte dei Paschi di Siena per un importo di lire 53.288, direttamente dall’Opera Nazionale Combattenti di cui al verbale di consegna in data 24 ottobre 1936

12 – PALAZZO DELLA QUESTURA

L’edificio, posto alle spalle del palazzo comunale, si eleva su due livelli rispetto al piano stradale, ed ha caratteristiche marcatamente celebrative e monumentali con finiture in mattoni da cortina, basamento in lastre di travertino, materiale utilizzato per il rivestimento della zona di ingresso. Esso è costruito in forma di "C" rovesciata lungo i fili stradali, e pertanto delimita un cortile interno.

Notevole la soluzione d'angolo tondo con via Cesare Battisti.

Anche questo edificio, tipico dell’architettura razionalista, si caratterizza per un linguaggio essenziale e privo di ornamenti superflui.

13 – EX GARAGE RUSPI

Il Garage Ruspi è un esempio emblematico di architettura moderna a Latina, costruito nel 1936 come “Autorimessa Littoria”. La sua realizzazione rappresenta una risposta alle esigenze di sviluppo urbano e alla crescente popolarità dell’automobile, simbolo di progresso e modernità. Questa struttura non si limita a essere un semplice edificio; è un monumento che testimonia l’evoluzione di una città che, da borgo rurale, si è trasformata in un luogo caratterizzato da edifici in stile novecentista.

L’unicità del Garage Ruspi nel contesto cittadino, a differenza di altre architetture, è intrinseco delle sue caratteristiche specifiche, collocandosi in modo significativo nel tessuto urbano di Latina. La sua presenza è simbolo di un’epoca in cui il design e la funzionalità si sono uniti per rappresentare la modernità.

14 – EX BANCA D’ITALIA

Edificio con prospetto principale su Piazza della Libertà suddiviso su tre livelli con altezze diversificate. La costruzione presenta il volume centrale più avanzato e di altezza maggiore rispetto alle due ali che si prolungano su via Spalato e via Nizza. L’ asse centrale di simmetria è caratterizzato da un portale d’ingresso con ampia apertura su cui si apre una grande vetrata a doppia altezza che caratterizza l’intero edificio in cui sono inseriti due elementi semicilindrici che in origine identificavano due fasci littori. Il piano terra nella parte centrale ha uno sviluppo orizzontale in quanto caratterizzato da due fasce di intonaco di colore diverso che contengono e definiscono le altezze delle aperture finestrate. Lo stesso motivo ricorre in alto, all’ultimo livello sia nel corpo centrale che sui volumi laterali, dove la fascia che contiene le finestre prosegue l’andamento anche sui prospetti laterali. All’interno, nell’atrio, era posta la statua in bronzo di Giulio Cesare.

La costruzione ebbe inizio immediatamente dopo l’inaugurazione del centro urbano di Littoria, allorquando la Banca conclude le trattative per l’acquisto del terreno con l’Opera nazionale combattenti. Inaugurato il 18 dicembre del 1934, è rimasto inalterato fino al 1970, quando si pose il problema dell’ampliamento degli spazi destinati agli uffici.

15 – EDIFICIO INA

Edificio a corte, col fronte principale sul corso della Repubblica, composto da tre piani residenziali su un basamento, porticato verso piazza San Marco, destinato ad attività commerciali.

Un rivestimento in travertino segna il piano terra del prospetto anteriore e laterali mentre gli alloggi soprastanti hanno facciate con ampie balconate rivestite in cortina. La corte interna e il lato posteriore sono trattati ad intonaco. Gli appartamenti sono raggiungibili dalla corte attraverso quattro vani scala. La struttura portante in cemento armato è completata da solai latero-cementizi e murature di riempimento in tufo.

Notizie storiche

La produzione edilizia dell’INA, marginale fino al primo dopoguerra, divenne successivamente sempre più rilevante. Si caratterizzava per la costruzione di edifici di pregio, confortevoli e moderni, in grado di rispondere alle esigenze di impiegati e funzionari cui gli alloggi erano destinati e assicurando alla compagnia il ritorno d’immagine. Le compagnie assicurative, disponendo di immobili in proprietà, indirizzarono in misura sempre maggiore i vertici dell’Istituto verso interventi di costruzioni immobiliari di qualità.

16 – CASA DEL COMBATTENTE

La Casa del Combattente è uno degli edifici di fondazione sorto con la nascita della nuova Città di Littoria edificata nel 1932 a seguito della bonifica integrale della Palude Pontina. Ha da sempre ospitato le Associazioni Combattentistiche e d'Arma istituite in seguito agli avvenimenti della Grande Guerra: tra queste l'Associazione Madri e Vedove dei Caduti in Guerra, l'Associazione Nazionale Combattenti - Mutilati di Guerra. L'edificio, progettato come molti altri della nuova Città dall’Architetto Oriolo Frezzotti, si caratterizza, esternamente, da quattro tondi in altorilievo posti sulla facciata (2) e sui prospetti laterali (1 ciascuno) attribuiti a Egisto Caldana (Scultore nato a Vicenza il 4 aprile 1887, attivo soprattutto in Veneto nella prima metà del XX secolo) allegoricamente rappresentativi delle vicende della Grande Guerra. All'interno, una grande lastra marmorea su una parete riporta il "Bollettino della Vittoria" emesso il 4 novembre 1918 dal Generale Diaz. Vi è inoltre custodito il bozzetto in gesso della statua dell'aquila che sormonta il Monumento ai Caduti realizzato a Latina negli anni 1959-1965, anch'esso su progetto dell'architetto Frezzotti. Oltre ai locali destinati alle sedi delle Associazioni, arredati con caratteristici cimeli, l'edificio è caratterizzato da un salone con un'alta volta a botte cassettonata impiegato, oltre che per le attività svolte dalle Associazioni per promuovere la memoria e la storia Patria, anche per ospitare altri eventi culturali ed espositivi che possano dare lustro all'edificio.

Ultima modifica: lunedì, 22 settembre 2025

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