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Il Piano Regolatore e di ampliamento della città di Littoria

L’idea di realizzare una città al centro dell’area bonificata fu di Orsolini Cencelli, il Presidente dell’O.N.C., che riteneva la preesistente Cisterna decentrata rispetto ai territori prosciugati. La vista dell’area appena disboscata dall’alto di una torre, situata a Cancello di Quadrato e ora abbattuta, convinse Mussolini dell’opportunità dell’intervento e l’incarico venne affidato all’arch. O. Frezzotti con cui collaborò l’ing. Caio Savoia, direttore dell’Ufficio Tecnico dell’O.N.C.. Data l’urgenza di realizzare Littoria, il Piano ed i progetti furono elaborati con grande celerità; questa circostanza suscitò critiche e perplessità, che però si rivelarono presto prive di fondamento, perché il Piano s’impose per un chiaro rapporto tra architettura e urbanistica: è stata valutata la consistenza del terreno e sono state scartate le ampie zone torbose che avrebbero comportato costi troppo alti per le fondamenta, la localizzazione della città è stata stabilita in funzione della viabilità territoriale, la morfologia radiocentrica adottata rispondeva ad importanti valenze, oltre che territoriali, storiche e culturali. Littoria infatti nell’intenzione dei progettisti non doveva essere considerata “città”, ma centro comunale agricolo indissolubilmente legato all’area produttiva circostante: la sua finalità non si esaurisce dunque nel perimetro del nucleo urbano, ma si dilata a tutto il territorio e proprio a questa idea-guida del Piano risponde la scelta voluta della forma radiocentrica, che con le sue sezioni triangolari si estende nei Borghi e determina una maglia radiale aperta sul territorio.
Il piano di Littoria, che risulta una sintesi tra lo schema a raggiera e quello ad anelli concentrici, si inserisce del resto nel dibattito europeo degli anni’30 sullo sviluppo della città moderna. Dagli studi rinascimentali sull’importanza della città radialconcentrica si giunge al modello definito “cinematico”, quello a ragnatela, ripreso negli schemi morfologici progettati ad es. per Milano o per Colonia.
Da semplice borgo di servizio alla bonifica(Cancello di Quadrato), Littoria diventò centro rurale nel 1932, centro comunale nel 1933, capoluogo di provincia nel 1934, quando era stata decisa la fondazione delle altre quattro città nuove e nel 1935 vide già il suo primo piano di ampliamento, che appare come lo sviluppo naturale del Piano del 1932, grazie al modello radiocentrico della matrice originaria, che aveva assunto come Piazza centrale l’area di Cancello di Quadrato, legata al territorio attraverso le tre strade esistenti, cui se ne aggiungeranno altre due per completare la raggiera; una serie di anelli produrrà all’intersezione con i raggi un sistema di piazze, diverse per forma e funzione. Il Piano venne subito accusato di eccessiva semplificazione, di elementari simmetrie, di scenografiche e vuote prospettive, ma ad una lettura più attenta i rapporti tra raggiera e anelli, tra questi e le piazze, tra città e territorio, tra architettura e viabilità, risultano meno banali di quanto il modello convenzionale potrebbe far supporre. Il luogo dove tali rapporti sono più facilmente leggibili è la Piazza del Popolo: sui lati corti del rettangolo preesistente (Cancello di Quadrato) sono alzati due fondali, il rapporto col territorio è segnalato dalle quattro strade che convergono agli angoli, un viale, passante per la città da nord a sud senza impedimenti o deviazioni, attraversa la Piazza. È proprio la presenza di questo Viale che permette di correggere l’effetto visivo della diversa angolazione delle 4 strade, senza peraltro creare una banale simmetria, perché divide la piazza in due parti non uguali, lasciando il municipio decentrato rispetto all’asse, come del resto la sua torre civica, che così attenua anche in alzato l’effetto dello schema geometrico. Questo attraversamento della città, passando per la Piazza del Popolo, collega Piazza Roma con la Piazza della Chiesa di S. Marco; l’asse est-ovest collega invece con un percorso molto più articolato la Piazza del Quadrato( dove c’è la sede dell’ex O.N.C.) con la Piazza B.Buozzi, passando per la Piazza del Popolo attraverso un sistema di portici non continui e non tutti in asse, che crea un effetto di alternanza e combinazione molto vario. La direzione Borgo Piave- Borgo S.Michele attraversa la Piazza del Popolo con una linea diagonale, che poi prosegue passando per la Piazza della Libertà( delimitata dal Palazzo del Governo e dalla Banca d’Italia sui lati lunghi e dai due edifici simmetrici dell’INA sui lati corti) e raggiunge un altro spazio aperto, non schermato da edifici pubblici: il Parco Pubblico.
Anche lo svolgimento degli anelli non è continuo, ma s’interrompe in corrispondenza delle Piazze. La forma di Littoria era conclusa all’esterno dall’andamento irregolare della circonvallazione, il viale Mussolini, a partire dal quale iniziarono gli ampliamenti successivi, resi necessari dal cambiamento di ruolo della città( da Comune a sede di Provincia), che nel 1935 impose un adeguamento del piano per accogliere i 50.000 abitanti previsti.
L’iter progettuale di questa fase fu più faticoso e solo dopo varie proposte e ripensamenti si approdò ad una soluzione: l’Area per l’artigianato, la Zona Militare, lo Stadio, la Fiera, il Mattatoio e la Zona Ospedaliera; il quartiere delle Case popolari con la sua Chiesa completò il disegno.
Le nuove piazze, che si aprono all’incrocio tra i prolungamenti della raggiera e gli anelli più recenti, sembrano proporre nel loro insieme una rassegna che raccolga e illustri la tipologia delle piazze storiche italiane, quasi a creare un legame ideale tra la “città nuova” e la tradizione.