Centralino 0773/6521

27/07/2016 – Il matrimonio “combinato” con ACEA non è irreversibile

«Da fonti giornalistiche locali veniamo informati sul fatto che né i Comuni proprietari del 51% delle azioni di Acqualatina, né il Comune di Roma (incidentalmente coinvolto), proprietario del 51% di ACEA, avrebbero potere di intervento diretto su chi debba essere il partner industriale della società che attualmente gestisce il servizio idrico integrato nell’ATO 4. Le cose stanno in modo ben diverso. Il comma 2 dell’articolo 29 della Convenzione di Gestione, atto che regola i rapporti tra il gestore e gli enti affidatari, prevede che ogni variazione della compagine sociale di Acqualatina debba ottenere il preventivo gradimento dell’Autorità d’Ambito, cioè della Conferenza dei Sindaci, sede dove oggi la maggioranza granitica presente in passato è ridotta a pochi esponenti».

Il Sindaco Damiano Coletta e l’Assessore all’Ambiente Roberto Lessio intervengono sul tema della gestione idrica precisando che il gradimento dell’Autorità d’Ambito “è vincolato alla verifica del permanere delle garanzie tecniche, economiche e finanziarie, nonché della natura della proprietà, che sono state a base dell’affidamento”. «Va da sé  che per esprimere il gradimento – sottolineano il Primo cittadino e l’Assessore – occorre che tutti i Sindaci dell’ATO 4 abbiano cognizione delle garanzie che regolano i rapporti tra le parti: in particolare quelle economico finanziarie e nel dettaglio quelle che interessano il finanziamento di 114,5 milioni di euro concesso nel 2007 dalla Depfa Bank. In coerenza con il nostro modo di approccio ai problemi, intendiamo analizzare e verificare nei minimi dettagli l’accordo contrattuale».

Fatta questa verifica, in base allo stesso comma, “il gradimento o il motivato diniego di gradimento deve essere espresso entro 30 giorni dalla data della formale richiesta; trascorso detto termine il gradimento si ritiene rilasciato”. Coletta e Lessio ricordano che «in passato questa regola del silenzio-assenso è stata utilizzata per condurre l’azionariato di Idrolatina (il socio privato di Acqualatina) nella composizione societaria attuale che vede i francesi di Veolia come unici azionisti. All’atto dell’aggiudicazione della gara infatti i francesi erano in cordata con l’Enel, Acquedotto Pugliese, Italcogim SIBA ed Emas Ambiente (quest’ultima di proprietà dei Colucci già soci di Latina Ambiente). Anche in questo caso va da sé che esistendo la possibilità di un “motivato diniego di gradimento” questo debba pur avere delle conseguenze sull’assetto societario prospettato. Viceversa, sempre a proposito di dinieghi, il socio privato parrebbe intenzionato a negare il diritto di prelazione sulle sue quote ai soci pubblici: non è questa la sede per approfondire il tema ma gli agganci giuridici di una simile tesi appaiono alquanto deboli».

 

«E’ particolarmente curioso che il management di questa società voglia comunque imporre un matrimonio dove né il partner prescelto (i Comuni dell’ATO 4) né il socio di maggioranza di ACEA (il Comune di Roma) intendono addivenire all’unione. Tanta fretta – conclude Lessio – sembra più che altro dettata dalla necessità di non verificare quale “dote” porti in sé questo matrimonio combinato, cosa che invece il Sindaco di Latina vuole accertare nei minimi dettagli».