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14/10/2016 – Latina Ambiente, precisazioni sul procedimento giudiziario per l’ammissibilità del concordato preventivo

latina_ambienteIn questi ultimi due mesi sono apparsi numerosi articoli sugli organi di stampa riguardanti il procedimento giudiziario che coinvolge Latina Ambiente in merito alla decisione che dovrà assumere il Tribunale di Latina circa l’ammissibilità di un concordato preventivo. Sono intervenuti pubblicamente, con interviste e dichiarazioni riprese dalla stampa locale, soggetti che a vario titolo hanno ricoperto incarichi nella precedente Amministrazione Comunale o incarichi riguardanti la stessa società Latina Ambiente. Recentemente si è giunti a prospettare l’ipotesi che l’eventuale fallimento di Latina Ambiente sarebbe da addebitarsi, più o meno esplicitamente, ad una asserita “omissione” dell’attuale Amministrazione Comunale in ordine alla mancata “certificazione” di asseriti crediti TIA, che Latina Ambiente vanterebbe nei confronti dell’Ente nell’ordine di molti milioni di euro.

Al riguardo giova precisare quanto segue:

  • La procedura giudiziaria oggi in fase di decisione da parte del Tribunale di Latina trovava origine nell’assemblea dei soci del 21 ottobre 2015, convocata per l’approvazione del bilancio 2014, dove era presente solo il socio pubblico, nella persona del commissario prefettizio, mentre era assente il socio privato Daneco S.p.A. In ragione di tale assenza, il Notaio presente rilevava il verificarsi di una causa di scioglimento della società ex lege;
  •  Il bilancio 2014 è stato criticato, ricevendo pareri drasticamente negativi, tanto dal Collegio dei Revisori in carica, quanto dalla società di revisione esterna; lo stesso Presidente del Collegio dei Revisori, come doveroso, a seguito della citata assemblea trasmetteva gli atti al Tribunale di Latina, chiedendo la nomina di un commissario liquidatore giudiziale;
  • Il Tribunale di Latina, in data 1 dicembre 2015, rilevava un sostanziale stato di decozione della società e disponeva la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina per l’eventuale presentazione di un’istanza di fallimento da parte della stessa Procura; in particolare, veniva rilevato tra l’altro che «essendo evidente che nel caso in esame vi è una situazione di decozione conclamata visto la perdita di €1.400.000 indicata nello schema di bilancio, superiore al capitale sociale, che il Comune in sostanza contesta il credito vantato da Latina Ambiente nei suoi riguardi, visto che secondo i revisori il credito verso il Comune non poteva essere di 11 ma di soli due milioni, il che determinerebbe addirittura una voragine nei conti, che inoltre gli stessi amministratori hanno sostanzialmente riconosciuto di aver adottato per le valutazioni patrimoniali criteri non appropriati ammettendo che le passività erano ben maggiori, considerato che i vari creditori della Latina Ambiente hanno già iniziato azioni di recupero individuale (vedi procedimenti presso terzi indicati dal Comune nella comparsa), che quindi se continuasse tale stato di cose si altererebbe il principio della par condicio creditorum, che inoltre in tale-situazione di dissesto conclamato il tempo tende a peggiorare la situazione maturando ulteriori interessi a danno della Latina Ambiente, deve essere tale fatto segnalato al P. M. in sede affinché possa valutare se richiedere o meno il fallimento ai sensi dell’art. 7 della L. Fall».
  • Anche la Procura della Repubblica rilevava lo stato di decozione ed in particolare rilevava che i crediti certificati dal Comune di Latina ammontavano ad euro 1,3 milioni e quindi, in data 21 marzo 2016, proponeva istanza di fallimento rilevando quanto segue:

«Evidenziato che il Comune, socio di maggioranza della Latina Ambiente S.p.A., in persona del Commissario straordinario, ha dichiarato, in data 21/10/2015, in sede di assemblea della predetta società, che lo stato di indebitamento dell’azienda è “…assolutamente incompatibile con I’operatività della stessa. In particolare, la massa debitoria riportata in bilancio di circa € 31.729.114,00 sarebbe “garantita” da crediti per € 31.748.344,00 di cui oltre 16 milioni verso clienti (crediti TlA anni pregressi in riscossione dai cittadini attraverso Equitalia} e circa 13,5 milioni verso il Comune come crediti commerciali. Tale assunto non corrisponde alle partite debitorie dell’ente, atteso che, come certificato anche dal collegio dei revisori dell’ente con la propria relazione del 18/9/2015 di cui si allega copia, il debito certo dell’ente verso Latina Ambiente è di € 1,3 milioni rimanendo tutta la restante somma o già in contenzioso o contestata dall’ente. Tale evidenza, in parte avvalorata anche da quanto dichiarato dalla società di certificazione che testualmente dichiara: “… esso pertanto non è stato redatto con chiarezza e non rappresenta in modo veritiero e corretto lo situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della società …”. Ciò nonostante la stessa società ha evidenziato che oltre alla perdita già approvata dal CdA decaduto di € 1,4 milioni è emersa anche una posizione finanziaria netta al 31/12/2014 negativa per circa 4 milioni di euro che dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’incapacità finanziaria dell’Azienda a far fronte ai pagamenti in scadenza. A ciò si aggiungono le criticità manifestate dallo stesso collegio sindacale nella propria relazione, nonché dagli ultimi eventi negativi quali il pignoramento dei conti e dei crediti comunali recentemente notificato e a cui, con grande difficoltà si è fatto fronte, al fine di consentire il pagamento degli stipendi a tutte le maestranze. Tutto quanto sopra evidenziato, oltre ad altre molteplici e dettagliate fattispecie riportate nelle varie relazioni, fanno ritenere che la società non possa far più fronte alle proprie obbligazioni in maniera puntuale e certa e che la stessa perdita di esercizio certificata di € 1,4 milioni debba ritenersi insufficiente e sottostimata in considerazione, soprattutto, di quanto avanti detto circa la “legittimità” dei crediti imputati al Comune di Latina, riportati in bilancio e lo cui certezza, liquidabilità ed esigibilità è fortemente minata dalla corposa documentazione agli atti dell’ente e verificata dagli stessi revisori dei conti. Pertanto, in considerazione della consistente massa debitoria e dello stato latente di insolvenza, questo Socio ritiene sia necessario procedere alla messa in liquidazione della società e, al riguardo, invita il collegio sindacale, ed espressamente il suo Presidente, a richiedere direttamente al Tribunale la nomina di un liquidatore che proceda di fatto alla liquidazione giudiziale. Tale richiesta è ancora maggiormente avvalorata dalle più volte manifestate volontà, nelle vie brevi, da parte del socio privato Daneco S.p.A. di non voler procedere ad alcuna eventuale ricapitalizzazione dell’azienda e dalla attuale assenza dello stesso che ne conferma, di fatto, il disinteresse totale alla risoluzione delle gravi problematiche della società mista Latino Ambiente S.p.A.” Ritenuto pertanto che dalla documentazione in atti, in particolare, dall’ordinanza del Tribunale e dagli atti del procedimento di volontaria giurisdizione, dalla relazione del collegio sindacale e della società di revisione, nonché dai bilanci e dalla dichiarazione in data 21/10/2015 del Comune di Latina, risulta evidente lo stato di insolvenza della predetta società»;

  • All’atto del congedo del Commissario Straordinario, lo stesso aveva modo di evidenziare che la società Latina Ambiente S.p.A. ha una struttura societaria “anomala”, che consentiva al socio privato di minoranza di esprimere la maggioranza del CdA;
  • Si giunge, infine, ad una nuova convocazione dell’assemblea dei soci di Latina Ambiente del maggio 2016, nella quale il Presidente del Collegio dei Revisori della società, Dott. Prof. Bernardino Quattrociocchi, riceveva l’incarico di Commissario Liquidatore ed attivava la procedura relativa al concordato sulla quale si dovrà esprimere il Tribunale.

Fino a tale momento non si erano neppure tenute le elezioni e quindi non è dato sapere, neppure al senso comune, quali sarebbero le condotte attribuibili all’attuale Amministrazione, come non è dato sapere a cosa ci si riferisca quando si invoca il cosiddetto riconoscimento dei crediti TIA, situazione già passata al vaglio del Collegio dei Revisori del Comune, del Collegio dei Revisori della Latina Ambiente, della Società di Revisione Crowe Horvat, del Tribunale di Latina e della Procura della Repubblica, trattandosi non di debiti del Comune ma di debiti di terzi che il Comune, a fronte degli incassi, versa alla Latina Ambiente.

Assistiamo, invece, al singolare concatenarsi di dichiarazioni e “consigli” di alcuni dei protagonisti di questa vicenda, magari ex amministratori della Latina Ambiente, che si prodigano di “buone” sollecitazioni chiedendo agli amministratori attuali di fare ciò che loro non hanno fatto. Tutto ciò non ha nulla a che fare con l’attuale Amministrazione comunale che ha ereditato questa patologia, ormai all’epilogo giudiziario e che tutti ci auguriamo sia il meno dannoso possibile, sia per l’Ente sia per la stessa società partecipata. Se si parla di danno erariale (o di altre condotte giuridicamente rilevanti), ben vengano tutti gli accertamenti che vorrà svolgere l’autorità giudiziaria, ma riteniamo che lo sguardo vada rivolto indietro e non a chi oggi ha ereditato questa situazione dove, curiosamente, non sembra mai essere chiamato in causa il socio privato, detentore, da sempre, del potere di gestione della società nonché soggetto che, con la sua condotta (mancata partecipazione all’assemblea per ripianare le perdite), ha fatto finire gli atti in Tribunale.

Il miglioramento nella gestione della partecipata di questi ultimi mesi, certificata dal Commissario Liquidatore al Tribunale e di cui non possiamo che rallegrarci, fa sorgere spontanea una domanda: perché questa gestione virtuosa non è stata possibile in passato?